L’opera di Fabrizio Plessi comincia dalla grande e antica chiave di ferro che apre la prima di una serie di altre porte che rivestono le pareti della stanza e che, chiuse, negano la visione del mare. Solo una di esse, dopo una ricerca che da reale diviene metaforica, si apre alla vista del mare vero, simbolo di rigenerazione.
Sei schermi, posti in alto l’uno accanto all’altro su una stessa parete, come a creare una linea d’orizzonte, trasmettono ininterrottamente l’immagine dell’onda che si infrange sulla battigia, quella stessa che di lì a poco l’ospite potrà ammirare aprendo la porta giusta e godendo dello splendido panorama.
Il letto-zattera adagiato su ruote, contiene in sé la metafora del viaggio, e, muovendosi, offre al fruitore la possibilità di un approdo in un luogo del sogno.
Le vecchie porte in legno, incastonate e composte quasi come delle tarsie, portano con loro il senso della storia e indicano un tempo infinito, quello della ricerca di ciò che non si ha o di ciò che si è perduto.
Una notte cullati dalla poetica nenia incantatrice delle onde, dal lento ma inesorabile fondersi nel ritmo delle maree.
L'opera