La stanza di Maurizio Mochetti è incentrata sul contrasto tra la pesantezza della materia e l’immateriale leggerezza della luce, tra la purezza algida del bianco e della geometria delle linee e il calore avvolgente del rosso degli arredi. I mobili, dai volumi levigati e massicci, simili a monoliti, sono stati pensati come elementi sproporzionati, ingombranti, rigidi, come risulta evidente quando la camera è esposta alla luce naturale.
Al buio, invece, una luce rossa, intensa, passionale e appassionata pervade lo spazio capovolgendone la percezione: illuminando dal basso i mobili-scultura, li alleggerisce, smaterializzandoli. Le pareti bianche, in contrasto col rosso, si uniformano in un’atmosfera calda e sensuale.
L’energia pervade ogni elemento della stanza e l’ospite diventa anch’egli elemento energetico. La grande finestra quadrata basculante, bianca e incorniciata di rosso, nitida come una scultura minimalista, diventa quindi l’unico elemento di passaggio tra i due stati della materia e nello stesso tempo si propone come unica via di fuga verso il mare e l’orizzonte infinito del paesaggio esterno.
Al risveglio mattutino, il soffitto ripropone il luccichio delle onde bagnate dal sole. Una notte carica di passione e di eros che amplifica il potere dei sensi.
L'opera