Giulia Di Natale_Claudio Montaudo – Caravanserraglio

Casa d'arte Stesicorea, La casa dei poeti

edizione curata da Paola Nicita - 2001
Stesicorea – Stanza di Antonio Presti, Maria Attanasio, Gianna La Rosa

La casa dei poeti rappresenta lo spazio privato invalicabile, il grembo di mattoni e cemento nel quale ciascuno cerca rifugio e protezione. Non solo è l’immagine concreta dell’accoglienza e l’intimo deposito in cui posizionare e sovrapporre oggetti e ricordi, ma essa costituisce anche la rappresentazione simbolica della propria identità psichica e sociale.
È cioè uno spazio destinato ad interagire con la persona – intesa nel duplice significato di individuo e di maschera sociale – e con la sua storia e che, sebbene nasca in funzione di necessità abitative, tende a travalicare scopi ed esigenze contingenti, originando complesse relazioni tra soggetto, spazio e memoria. La casa costituisce quindi la dimensione privilegiata dove svolgere una riflessione sul nostro rapporto con il luogo e i significati che ad esso siamo soliti attribuire.
In una realtà sociale contemporanea in cui la tipologia del ‘non-luogo’, con il suo seguito di sperdimento e spersonalizzazione, sembra conquistare anche l’ambito domestico, si impone la necessità di ri-costruire e ri-scoprire una dimensione originaria dei luoghi, anche operando dei salutari mutamenti di prospettiva, mettendo in gioco funzioni e funzionalità.

Stesicorea, la casa dove ogni singola stanza, ispirata ad una poesia, è realizzata da un artista – ma alcune anche in coppia o in gruppo – rappresenta quindi la problematizzazione del rapporto tra arte e luogo, che si attua mediante la presa di coscienza del possibile ribaltamento causato dal passaggio dalla dimensione privata a quella pubblica. L’arte è la presenza che ha consentito questo capovolgimento, consegnando idealmente le chiavi di casa al pubblico, aprendo le porte a visitatori sconosciuti e porgendo il benvenuto con il calore di una intimità rivisitata nel segno della creatività, che qui si trasforma in possibilità di scoperta e conoscenza. Come se, improvvisamente, all’interno degli spazi della casa, si specchiasse l’antico teatro greco che si trova proprio di fronte ad essa, trasferendo nel chiuso dell’appartamento l’idea corale di incontro, sia tra la gente del pubblico che tra spettatori e attori, che è propria della scena. Non è un caso, dunque, che gli artisti si siano ispirati ad una poesia per le loro opere: la parola, vivificatrice, torna a riecheggiare in luoghi già conosciuti, risvegliandoli e

intrecciando legami senza tempo, che conducono tra l’altro a riscoprire una dimensione della socialità e della condivisione di valori anche estetici. La casa fagocita lo spazio circostante, ne risucchia icone e simulacri cittadini, del presente come del passato, instaurando un continuo dialogo tra ‘interno’ ed ‘esterno’, tra ‘pubblico’ e ‘privato’. Questo si presenta del tutto in linea con una tendenza molto evidente dell’arte contemporanea degli ultimi decenni per la quale lavorare all’interno di un ambiente chiuso, trasformandolo, risulta essere una forte esigenza espressiva. Lo spazio non è più, quindi, il luogo finalizzato esclusivamente alla fruizione dell’arte, ma esso stesso si propone quale fondamentale elemento semantico. Il modo tradizionale di rapportarsi all’opera d’arte si è così modificato, affrancandosi dalla ‘frontalità’ che per secoli l’aveva soggiogato, svelando, accanto a inedite possibilità espressive, una nuova dimensione emotiva.

Rocco Carlisi – Suoni luminosi

Ricostruire un luogo, come hanno fatto questi artisti, significa certamente agire materialmente sullo spazio, ma soprattutto modificare radicalmente e in modo profondo la stessa relazione tra arte e società e gli schemi ormai frusti sulla base dei quali si svolge la fruizione dell’opera creativa stessa. Offrire la propria casa all’arte e offrire arte nella propria casa, al pubblico indistinto, presuppone l’adesione ad una concezione dell’arte come etica della condivisione di valori sociali oltre che estetici.
L’opera d’arte non è contenuta nella casa, e come tale esposta ai visitatori, ma è la casa stessa, nei suoi spazi interni, con i suoi contenuti, ad essere opera d’arte. E la visita incessante del pubblico che si reca in una casa privata a fruire dell’arte non fa che contribuire a sottolineare la forza e la pregnanza dell’alterazione ormai compiuta su certi schemi precostituiti e superati.

Le poesie e i poeti nelle stanze della Casa d'Arte Stesicorea:

PASSAGGIO di Andrea Buglisi
CERAUNAVOLTA di Antonio Presti, Elio Pecora e Gianfranco Molino
M’ILLUMINO D’IMMENSO di Davide Bramante
INTIMITÀ di Enrico Salemi
MAGMA HOUSE di Enzo Rovella
BIDIMENSIONE DI UN INTERNO di Gianfranco Anastasio

IL PASSAGGIO DELL’ANGELO Giovanni Loverso
POESIA CIECA di Giovanni Tuccio
CARAVANSERRAGLIO di Giulia Dinatale e Claudio Montando
UOVO COSMICO di Lidia Rizzo
SUONI LUMINOSI di Rocco Calini